“Da una conduzione familiare di lunga data a innovatori del biologico. E’ la storia di successo dell’azienda Montella Bio, la prima a Caserta a convertirsi alla coltivazione di fragole bio.
“Dopo quasi 80 anni di attività, nel 2005 io e mio fratello abbiamo dato una svolta al nostro business convertendo parte dei terreni in biologico – spiega a Italiafruit News Michele Montella, titolare dell’omonima azienda – oggi tutte le superfici aziendali, pari a 56 ettari di serre, possono contare sulla certificazione. Inoltre nel 2018 abbiamo investito in un nuovo stabilimento che ci garantisce elevati standard tecnologici e di sostenibilità”.
Con una produzione annua di circa ventimila quintali di fragole, Montella Bio è sempre impegnata nella sperimentazione di nuove varietà: ad oggi quelle principali sono Sabrina, Melissa e Parthenope.
“Già a metà febbraio siamo pronti con la campagna per poi continuare fino a metà maggio o inizio luglio – sottolinea l’imprenditore – Una volta terminato il prodotto fresco, lo lavoriamo per l’industria o lo surgeliamo per le aziende di trasformazione”.
E continua: “I trapianti sono iniziati ad ottobre con un clima mite e pieno di luce che ha contributo alla buona formazione delle piante. Speriamo di poter ottenere una buona produzione sia per quantità che per qualità: rispetto al 2020 avremo un 20-30% in più di prodotto”.
Le fragole di Montella Bio sono in parte conferite al Consorzio Bia, mentre il 55% del fatturato è rappresentato dal commercio con l’estero. “Commercializziamo già con Germania, Austria, Danimarca e un po’ in Francia – commenta il titolare – e ci stiamo aprendo anche ai mercati dell’est”.
Fondamentale per la crescita aziendale è stato l’incontro con Gianluca Schiassi, direttore del Consorzio Bia. “Fin dall’inizio Schiassi ci ha visto molto lontano, riunendo gli sforzi degli agricoltori per vendere alla Gdo – evidenzia Montella – Grazie alla capacità di innovazione e ricerca continua, negli ultimi anni la realtà è cresciuta molto. Fino all’anno scorso io ero solo un rivenditore, mentre oggi sono diventato socio. Il rapporto azienda-consorzio è il più trasparente possibile e siamo molto soddisfatti – aggiunge – Bia garantisce sempre il miglior prezzo per valorizzare i nostri prodotti: le quotazioni sono gestite settimanalmente direttamente con i clienti e vengono trattenuti solo i costi necessari alla gestione del prodotto”.
Sostenibilità a tutto tondo
La raccolta delle fragole viene fatta in cestini di cartone da 300 a 500 grammi e successivamente i frutti non vengono più manipolati. I cestini entrano nello stabilimento dove sono refrigerati a 5 gradi per poi essere confezionati con una pellicola Flowpack su cui viene apposta anche l’etichetta con il marchio. “Negli ultimi anni abbiamo scelto il cartone per i nostri packaging perché è un materiale sostenibile che si sposa perfettamente con la nostra filosofia biologica – sottolinea il produttore – Soprattutto i nostri clienti esteri, Germania in primis, ci impongono un minor uso di plastica. Già era nostra intenzione ridurre gli imballaggi non riciclabili e oggi siamo arrivati all’85% di utilizzo del cartone. Ma tutta l’azienda è sempre più green: produciamo energia dai pannelli fotovoltaici, recuperiamo l’acqua delle serre per riutilizzarla in irrigazione e abbiamo installato un impianto di irrigazione a goccia che limita gli sprechi. Il biologico dev’essere perfettamente collegato ad un’ottica sostenibile, altrimenti è inutile parlare di bio”.
La sostenibilità a tutto tondo in cui crede l’azienda si ritrova anche nei collaboratori, i quali vengono formati con specifici corsi. “Se trattate bene, le piante ci danno i giusti frutti e lo stesso facciamo con il nostro personale. Ai nostri collaboratori facciamo seguire corsi per igiene, postura e per abituarsi alle temperature di serre e celle refrigerate”.
Un’attenzione particolare è dedicata alla raccolta: “Per questa fase ci affidiamo alle donne perché hanno un gioco di polso particolare che permette di raccogliere i frutti senza strapparli e quindi senza lasciare lesioni sulla pianta. Inoltre sono più attente a deporre frutti dello stesso calibro nel cestino. Quest’ultimo è un passaggio fondamentale al momento dell’acquisto, considerato che l’unico senso utilizzato è la vista: più i cestini sono uniformi e più colpiscono i consumatori”.
Didattica e progetti per il futuro
A breve è prevista la realizzazione di un punto di vendita diretta presso l’azienda e di un laboratorio di trasformazione per marmellate e prodotti surgelati. Montella Bio strizza l’occhio anche alle nuove generazioni attraverso la realizzazione di un piano di didattica sul biologico. “E’ fondamentale far capire il nostro tipo di produzione – specifica l’imprenditore – e lo facciamo portando i ragazzi in azienda, spiegando loro l’utilizzo degli insetti e delle attività meccaniche, oltre al forte impiego della manodopera, responsabile di un aumento dei costi del 30-40%”.
All’azienda non mancano progetti per il futuro. “Ci stiamo proponendo ad una importante associazione, di cui ancora per correttezza non faccio il nome, per un progetto che garantisca l’etica del lavoro – conclude Montella – al momento tra i nostri collaboratori, contiamo già 35 ragazzi originari del Mali e del Burkina Faso e presto speriamo di doverne assumere dei nuovi, in collaborazione con questa associazione”.